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Moai in Italia: le uniche statue originali fuori dell'Isola di Pasqua

Tutti sappiamo che l’Isola di Pasqua, o Rapa Nui, circondata dalla acque dell’oceano Pacifico, è caratterizzata da sculture inconfondibili: i giganteschi Moai, simbolo di quella terra. Ma, allora, che ci fanno due Moai in Italia?

Sono arrivati pochi anni fa, anzi, ad essere più precisi, in Italia sono arrivati i Rapa Nui che li hanno scolpiti, con le stesse tecniche tradizionali tramandate da molte generazioni, per farne dono a due piccole città della Penisola.

Il Moai di Vitorchiano. Foto presa dal sito historiadelahistoria.com

Il primo Moai italiano

A Vitorchiano, piccolo comune medievale in provincia di Roma, svetta una vera statua Moai alta sei metri, ormai trasformatasi in una curiosa attrazione turistica. Questo Moai non è antico come quelli che si trovano nell’Isola di Pasqua, che da svariati secoli fissano austeri l’orizzonte, ma è stato scolpito nel 1990 da undici Maori Rapa Nui della famiglia Atan, spostatisi in Europa con l’intento di sensibilizzarne la popolazione riguardo il restauro delle antiche statue polinesiane.

Così, di fronte alle telecamere di una trasmissione televisiva, gli undici Rapa Nui mostrarono all’Italia intera come si costruisce un Moai, scolpendo un grosso blocco di piperino, pietra dalle caratteristiche molto simili a quelle del materiale utilizzato per le sculture pasquensi. Sulla testa del Moai spicca il caratteristico copricapo detto pukao.


Per un po’ di tempo l’imponente statua è rimasta localizzata nel piazzale Umberto I di Vitorchiano, poi ha compiuto un viaggio in Sardegna, dove è stata esposta nel museo del territorio Sa Corona Arrubia durante una mostra. Dopo di che ha fatto ritorno alla sua cittadina natale, ma stavolta venendo sistemata in via Teverina.

Gli abitanti di Vitorchiano sono molto affezionati al Moai e hanno preso l’abitudine di toccare il suo ombelico, nella convinzione che porti fortuna. Per 25 anni questo è stato l’unico vero Moai presente al di fuori dell’Isola di Pasqua, ma da un po’ di tempo a questa parte non è più così.

Il Moai di Chiuduno. Foto presa dal sito touringclub.it

Il ‘concorrente’

Infatti, dal 2015, c’è un secondo Moai in un’altra cittadina italiana del bergamasco, chiamata Chiuduno, che ospita ogni anno il Festival Internazionale ‘Lo Spirito del Pianeta’, il cui oggetto sono le tradizioni, il folclore, l’artigianato di vari gruppi etnici e tribali del mondo intero.

In occasione della quindicesima edizione del festival, un gruppo di quattordici Rapa Nui dell’Isola di Pasqua, appartenenti alla tribù Haka Ara Henua, ha costruito, sempre secondo le tecniche tradizionali, un Moai in arenaria di Credaro, anch’essa molto simile alla pietra dei Moai originali, e lo ha poi donato al paese di Chiuduno, in simbolo di pace.


I Maori hanno voluto scolpire sulla statua alcune iscrizioni in rongo rongo e fornirle occhi di ossidiana e corallo, il che nella loro cultura è carico di significato, perché è come se la statua fosse diventata «il volto vivo dei loro antenati», come ha detto il portavoce Rapa Nui durante l’inaugurazione.

La scultura è stata inoltre rivolta verso l’Isola di Pasqua, per creare una connessione tra Chiuduno e la terra degli scultori. Per la cultura polinesiana, il Moai è un protettore del popolo e, pertanto, il popolo deve essere un buon custode del Moai.


Ora che sapete che cosa ci fanno due Moai in Italia, e quali sono le loro affascinanti storie, forse vi sarà venuta la curiosità di andarne a vedere almeno uno e, se potrete, vi consigliamo di toccarne l’ombelico per attirare su di voi, come dicono i Maori, la buona sorte.

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