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Italia al top - gli Uffizi di Firenze sono il migliore museo del mondo

Dovunque si vada c’è qualche museo interessante; alcuni sono famosissimi, come il Louvre a Parigi, il Moma a New York, il British a Londra, i Musei Vaticani nella Città del Vaticano. Ma, secondo quanto scritto nella rivista culturale inglese Timeout, il primo posto nella classifica dei migliori musei del mondo spetta agli Uffizi di Firenze.

Gli Uffizi, che ospitano molti dei quadri più famosi di tutta la storia dell’arte, sono sicuramente il museo italiano più conosciuto al mondo. E vedere tutti i loro pezzi lì, davanti a sé, può portare a sperimentare emozioni davvero fortissime.

La Tribuna ottagonale, uno dei primi spazi espositivi degli Uffizi. Foto presa dal sito www.uffizi.it.

Secoli d'amore per l'arte e per Firenze

Gli Uffizi nacquero, come dice la parola stessa, come uffici della ricca e potente città di Firenze, per volontà di Cosimo I de’ Medici, primo granduca di Toscana, che nel 1560 affidò all’artista, architetto e storico dell’arte Giorgio Vasari il compito di riorganizzare gli ambienti delle magistrature cittadine attraverso la costruzione di un nuovo edificio. E Vasari realizzò un vero capolavoro.

Anche dopo la morte dell’artista nel 1574, i lavori proseguirono ad opera di Alfonso Parigi e Bernardo Buontalenti, fino al 1580. Nel frattempo anche il granduca era cambiato: Francesco I de’ Medici era il nuovo signore e volle adibire la galleria posta all’ultimo piano del palazzo allo scopo di ospitare alcune statue antiche e busti, mentre la tribuna ottagonale, progettata dal Buontalenti, doveva ospitare le preziose raccolte medicee.

I successori, a partire da Ferdinando I, non fecero che ampliare le raccolte e gli spazi espositivi dedicati ad accoglierle, tutti finemente e magnificamente decorati. Perché gli Uffizi non sono preziosi soltanto per quello che contengono, ma sono essi stessi un’opera d’arte.


Un legame indissolubile con Firenze

Dopo la morte senza eredi dell’ultimo granduca di Toscana, Gian Gastone, sua sorella Anna Maria, attraverso una Convenzione firmata nel 1737, decretò che le collezioni d’arte della famiglia Medici restassero per sempre legate alla città di Firenze, stabilendone l’inalienabilità. Fu l’ultimo atto d’amore della famiglia per la sua città.

E così, anche se il granducato di Toscana passò ai Lorena, nessuno osò mai portare via qualche pezzo da Firenze. Il tesoro degli Uffizi non ha subito spoliazioni o disgregazioni, come invece, purtroppo, è accaduto ad altre importanti collezioni antiche.


Soltanto, dopo l’apertura al pubblico della Galleria nel 1769 e la realizzazione della Sala della Niobe per accogliere un’antica statua, in seguito all’istituzione del Regno d’Italia nel 1861, le statue rinascimentali vennero traslate nel nuovo museo del Bargello, cosicché gli Uffizi si caratterizzarono come pinacoteca.

Nel 1956 furono riallestite le prime due sale ad opera di importanti architetti specializzati in musei, e nel 2011 è stata inaugurata la nuova scala di ponente che collega la Galleria con i nuovi ambienti espositivi posti al primo piano. Insomma, gli Uffizi non sono certo un museo statico e polveroso, ma, al contrario, pur nel rispetto della tradizione e delle collezioni, mostrano una continua ansia di rinnovamento.


Tesori dell'arte

Nelle Gallerie sono custoditi veri e propri gioielli dell’arte mondiale: oltre alle statue antiche, ci sono opere del 1200, tele di Piero della Francesca, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Caravaggio. Ossia, i più grandi pittori di varie epoche e soprattutto del Rinascimento italiano sono presenti in quello scrigno meraviglioso.


Per non parlare di colui che più di tutti gli altri viene identificato come il pittore simbolo del museo: Sandro Botticelli, l’autore della Primavera e della Venere, opere immense, non solo per le loro dimensioni, che dal vivo sono davvero impressionanti, ma per l’impianto, la composizione e la tecnica innovativa.

La nascita di Venere di Sandro Botticelli. Foto presa dal sito www.uffizi.it.

Non c’è quindi da stupirsi troppo se alcune persone particolarmente sensibili, di fronte a cotanta ricchezza di opere d’arte, si sentono sopraffatte, tanto da provare un senso di smarrimento. È la famosa sindrome di Stendhal, così chiamata dal nome dello scrittore francese che descrisse le sensazioni da lui stesso provate quando visitò la Chiesa di Santa Croce, altro magnifico tesoro storico e artistico della città di Firenze.


Entrare per la prima volta agli Uffizi di Firenze è impressionante: molte delle opere d’arte che si sono studiate e viste nei libri, nei documentari, nei film, improvvisamente sono di fronte a noi, nella loro smagliante realtà, non raffigurate in piccole foto che non rendono loro giustizia, ma in tutto il loro splendore. Un’esperienza che tutti dovrebbero avere il diritto di provare almeno una volta nella vita.


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